Intervento a sostegno della continuità produttiva di Aferpi

aferpi

A FRONTE del grave ritardo nell’attuazione del piano di investimenti e della situazione palesatasi di forte rallentamento operativo, con possibili conseguenze sulla tenuta dei contratti di solidarietà, come Regione Toscana stiamo verificando le modalità di intervento per contribuire a sostenere la continuità produttiva dello stabilimento Aferpi e dell’indotto.
Naturalmente non si tratterebbe di iniettare risorse pubbliche nella gestione, bensì di creare le condizioni per un intervento del sistema bancario a sostegno del capitale circolante e dunque dell’attività di laminazione anche per scongiurare erosioni strutturali di quote di mercato.
Presto illustreremo con il presidente Rossi i dettagli dell’operazione, che è tesa a proteggere il lavoro di centinaia di persone, e dunque l’intera economia territoriale, nella transizione auspicabilmente rapida verso un chiarimento circa le intenzioni di investimento di Aferpi che è legittimamente richiesto dai lavoratori direttamente coinvolti e dalle loro rappresentanze, dalla cittadinanza, dalle istituzioni del territorio.
Per evitare ulteriori aperture di credito all’indefinitezza e per chiamare il privato all’assolvimento dei propri impegni in tempi socialmente sostenibili, stiamo valutando di condizionare questo intervento alla presentazione formale alle istituzioni e ai sindacati, così come richiesto dal Governo, di un piano industriale aggiornato e definitivo e di un cronoprogramma vincolante che consenta di legare la continuità produttiva a una prospettiva industriale diversificata così come sottoscritto in atti.
– La Regione, attraverso il presidente, sta inoltre operando presso l’Unione Europea e la Banca Europea degli Investimenti per reperire e mettere in campo strumenti ulteriori (rispetto ai 30 milioni del FESR già messi a disposizione e all’imponente investimento sulle infrastrutture portuali) di sostegno agli investimenti nell’innovazione siderurgica e nella logistica, con lo scopo di contribuire a sbloccare una situazione di stallo che sta fiaccando la resistenza di un territorio da anni duramente provato.
– Nel quadro venutosi a configurare appare centrale e urgente che le istituzioni affrontino, con gli strumenti e le procedure disponibili, il tema dello smantellamento degli impianti e degli immobili dismessi. Attivare questo percorso consentirebbe di impiegare lavoratori, dare corpo al settore dell’economia circolare e del riuso, liberare e bonificare spazi per lo sviluppo nuovo in conformità delle intenzioni chiaramente espresse nell’Accordo di Programma del 2014.
– Infine come Regione confermiamo, oltre alle risorse attivate per gli incentivi alle imprese, la protezione sociale e la formazione per le aree di crisi, la disponibilità a supportare processi di programmazione e pianificazione territoriale attivati dai Comuni e orientati alla diversificazione economica nei settori dell’economia circolare e del risanamento ambientale, della piccola e media impresa e dell’agricoltura, e ad affiancare gli investimenti nel turismo anche alla luce delle nuove opportunità offerte dalla legge regionale in materia recentemente approvata.
In questa fase così complicata occorre stringere ultimativamente e concretamente Rebrab agli impegni che ha liberamente assunto e confermato con il Paese, e al tempo stesso come territorio non stare a guardare esprimendo rivendicazione e responsabilità, progettualità ed autonomia di visione.

(14 gennaio 2017)

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