Sono iscritto a un partito e faccio politica, con passione e impegno, nelle istituzioni.
Cerco di qualificare l’uno e le altre lavorando con cura, parlando costantemente con le persone per aggiornare il mio sguardo sulla realtà, rispettando il compito che mi è stato affidato.
In questo modo tento di rappresentare non solo un partito, ma un’idea di partito; non solo le istanze di una parte ma un’idea di politica consapevole della primazia della sua funzione.
Seria, ma non seriosa; colta, ma non spocchiosa; comunicativa, ma non priva di sostanza e sorretta da una leggibile struttura di valori; insomma all’altezza della sua missione.
La democrazia liberale è il dono più prezioso della storia, e la volontà di un popolo deve sempre essere rispettata.
Ciò che accade in queste ore può apparire incredibile ma deve essere accettato: Donald Trump sarà il presidente degli Stati Uniti d’America.
È un miliardario demagogo, isolazionista, contro l’immigrazione, a favore dell’uso delle armi, ha una certa idea delle donne. È apparentemente privo di un adeguato livello culturale, aspetto che in questo tempo – lo dico con amarezza – rassicura molto un certo tipo di elettorato.
Non ci si può che augurare, per il mondo, che quella degli americani sia stata una scelta che si riveli all’altezza oltre i legittimi dubbi che oggi è lecito avere.
Bisogna prenderne atto, gli argini sono rotti e ciò che si riteneva non possibile oggi lo è diventato, ovunque.
Continuo a pensare che la politica non sia un antro rabbioso, ma il teatro nobile del futuro.
Il solo modo per difenderla dalle sue miserie e dai rischi degenerativi è studiare, comportarsi seriamente, dare risposte concrete alla gente.
Elezioni U.S.A

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